Se Sparta piange Atene non ride, diceva un vecchio adagio quando voleva descrivere situazioni simili per la loro delicatezza e problematicità. Come da noi, anche, per fare un esempio, il Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito, l’NHS, sta attraversando un periodo di crisi per un progressiva riduzione dei livelli assistenziali. Secondo il portavoce delle strutture sanitarie, analoghe alle nostre ASL, il sistema Sanitario Inglese è sull’orlo del collasso a causa degli insufficienti finanziamenti degli ultimi anni. Una tale situazione porterà immancabilmente a tagli del personale, all’introduzione di ticket ed alla riduzione dei livelli assistenziali i quali, fino a qualche anno fa, brillavano per eccellenza. Ma un aspetto ancora più particolare e grave è rappresentato dalla difficoltà di approvvigionamento di farmaci. Malati e famiglie cui vengono negati i farmaci a causa dei tagli alla sanità, rischiano ancora di più ricorrendo all’acquisto ed all’auto-somministrazione di medicinali provenienti da Paesi esteri, acquistati persino sui social network. Secondo quanto denunciato in un articolo dell’Indipendent online, molti pazienti si riuniscono su Facebook in gruppi detti buyers club, “gruppi di acquisto” attraverso i quali si mettono in contatto con farmacisti in India ed in Australia, stringono accordi economici vantaggiosi e si fanno poi spedire i medicinali per posta, con tutti i rischi che ne derivano. Oltretutto si tratta spesso di terapie molto delicate come quelle basate su farmaci contro l’epatite C, l’HIV e contro alcune neoplasie. Una tale situazione ci fa capire quanto sia grave la crisi del sistema sanitario nazionale inglese, sistema molto simile a quello italiano. Un farmacista indiano ha raccontato di spedire “..farmaci a circa 70-80 pazienti al mese nel Regno Unito. Penso che le persone stiano optando per questa scelta perché possiamo produrre copie generiche al 2-3% del costo dei farmaci di marca originale“. Il fenomeno, ovviamente, sta scatenando polemiche politiche, deontologiche e sanitarie. Il ministro-ombra della Sanità inglese, la laburista Diane Abbott, definisce una “imbarazzante vergogna nazionale” il fatto che migliaia di cittadini siano costretti a rivolgersi a Facebook per ottenere medicine salvavita. “Il governo conservatore ha sottofinanziato il servizio sanitario nazionale” dichiara la shadow Health secretary “con il risultato di spingere le persone a ricorrere a mezzi precari per ottenere il trattamento di cui hanno bisogno.” Che dire allora? Sia il nostro governo più illuminato, riduca sperperi, ma mantenga livelli adeguati di assistenza, impedisca sciacallaggi e prenda atto che la vita media si è già ridotta da vari anni ad oggi poiché in tanti non hanno più sufficienti mezzi per curarsi. Insomma, è proprio il caso di dire “ noi speriamo che ce la caviamo!”
a cura della Dott.ssa Patrizia Di Gregorio